Teatro dell’orso in Peata
presenta
La semplice in cerca di spirito
commedia villereccia in un atto di Carlo Gozzi
con
Linda Bobbo, Maria Ghelfi, Valentina Recchia, Antonella Zaggia
uno spettacolo costruito e diretto da
Antonella Zaggia e Piermario Vescovo
martedì 3 dicembre - ore 19.30
Consolato Svizzera
Palazzo Trevisan degli Ulivi
Campo S. Agnese – Dorsoduro 810 - Venezia
(Vicino a Ponte dell'Accademia - Zattere)
Ingresso libero - Info tel. 041 2411810
e per chi non potesse esserci il 3 dicembre ...
"La Semplice" vi aspetta con altri 2 appuntamenti
sabato 7 dicembre ore 20:30
domenica 8 dicembre ore 16:30
Teatro a l'Avogaria
Corte Zappa- Venezia
ingresso libero - prenotazioni +39.0410991967 avogaria@gmail.com
La
semplice in cerca di spirito, «commedia
villereccia in un atto e in prosa», fu composta da Carlo Gozzi, in
una data ancora imprecisata, per la “villeggiatura” di
Cordignano, come dichiara la dedica alla «Signora Polissena
Contarini Cavaliera Mocenigo», nuora del doge Alvise IV Mocenigo.
Si
tratta di una piccola commedia, di cui si ignorava perfino
l’esistenza, di cui è stato scoperto il manoscritto autografo,
grazie al prezioso ritrovamento dell’archivio letterario nella
villa friulana di famiglia, al di qua del Tagliamento, nei pressi del
secondo centenario della morte. Carlo Gozzi villeggiava, anzi
risiedeva in vecchiaia lungamente, nella casa di Vicinale, nel Friuli
vicino all'attuale lembo estremo della Provincia di Treviso, dove è
appunto Cordignano. La dedica della commediola a Polissena Contarini
Mocenigo non reca data, ma questa si deduce da una lettera dello
stesso Gozzi, che dichiara – in data 4 novembre 1780 – di essere
appena tornato a Vicinale, insieme a suo fratello Gasparo, «dalla
Villa Mocenigo a Belvedere», dove avevano soggiornato per sei giorni
«fra le più deliziose vedute e le cortesi maniere ...co’
cavalieri e le dame». La circostanza dunque rinvia all'allestimento della commedia.
Il
Teatro dell’orso in peata di Venezia – secondo la sua tradizione
– propone una versione “da camera” della commedia, per attrici
e burattini, dove quattro interpreti-animatrici muovono tutti i
personaggi della vicenda: la coppia di ingenui spasimanti, destinati
ciascuno in matrimonio a un vecchio e una vecchia vedovi, loro
rispettivi genitori; una coppia di sposi novelli di villa, però
istruiti ai costumi cittadini portati in campagna dai nobili in
villeggiatura, un vecchio filosofo misantropo che si è rifugiato in
villa per fuggire la città, in una godibilissima “educazione
sentimentale”.
La
trama – ispirata a una commedia francese di Charles-Simon Favart
(una comédie melée d’ariettes,
La chercheuse d’ésprit,
rappresentata per la prima volta nel 1741 – offre un’inedita
vicenda d’impronta quasi illuministica (contro ai luoghi comuni del
Gozzi reazionario), che racconta la scoperta dell’amore attraverso
l’istinto naturale, con un dialogo divertentissimo e una serie di
situazioni sceniche. Da una nota della censura rimasta sul
manoscritto e datata 1802, ne sappiamo vietata la rappresentazione
nei teatri pubblici veneziani, che evidentemente fu tentata a
distanza di una ventina d’anni: proibizione che si spiega
probabilmente a causa dei doppi sensi e delle situazioni condotte
oltre i limiti di quanto allora tollerato dal punto di vista del
costume. La commedia villereccia
conobbe, dunque solo, la ribalta del teatro di villeggiatura, per poi
sparire del tutto.
In attesa
della pubblicazione del testo nell'ambito dell’edizione nazionale
delle opere (cominciata recentemente presso l’editore Marsilio di
Venezia), un’edizione non venale per i “cento amici del libro”
è apparsa nel 2010, con acqueforti espressamente realizzate da
Tullio Pericoli, a cura di Fabio Soldini.
La
semplice in cerca di spirito ha debuttato al
Festival “Scene di paglia” nel giugno del 2013 ed è stata
rappresentata a settembre nella barchessa-teatro di Villa Mocenigo di
Cordignano, luogo per cui fu immaginata. La rappresentazione presso
Palazzo Trevisan degli Ulivi di Venezia riporta ora la commediola a
Venezia, in una dimora nobiliare, secondo la tradizione del “teatro
di piavoli”.