Stampa

Recensioni e Articoli:

IL SERVITORE DI DUE PADRONI
Il 28 ed il 30 dicembre scorsi, due fortunate repliche di uno
spettacolo di teatro di figura che da mesi gira il Veneto, al Teatro
dell'Avogaria di Venezia. Si tratta di un gioco teatrale per cinque
attrici ed una folla di magnifici burattini che dànno vita alla ridda
di equivosi originata dal bergamasco Arlecchino, giunto a Venezia per
trovare un impiego, solo che ne trova due! Il canocaccio è noto, e la
regia del bello spettacolo (Antonella Zaggia e Piermario Vescovo)
gioca su vari livelli, certo quello alto e basso dal punto di vista
sociale, ma anche e soprattutto quello grande e piccolo delle
dimensioni degli interpreti che si tiranneggiano a vicenda con gustosi
incroci e nodi drammatici quanto mai esilaranti, veri "nodi
rintrecciati e groppi raggruppati" in cui non si sa mai chi vessi chi
e quando, se i burattini o le burattinaie! Non si contano i tic, le
controscene ed i gustosi tormentoni in un ritmo rapinoso di tornado
teatrale, non a caso, siccome la scatola, cassa scenica, è una sorta
di carro di Tespi elegantemente ricoperto di stoffa,  che ruota su se
stesso, a rivelarci, interni, esterni, prospettive urbane che
cambiano, sale da pranzo, da ricevere, anticamere, stanze da letto,
rivelando momenti intimi dei burattini che quasi non si rendono conto
di essere spiati da un pubblico voyeur. La compagnia si chiama: TEATRO
DELL'ORSO IN PEATA, con un gustoso riferimento al TEATRO ALLA MODA di Benedetto Marcello, è composta da Linda Bobbo, Maria Ghelfi, Valentina
Recchia, Marika Tesser. Antonella Zoggia. Dico in chiusura quello che
accade all'inizio dello spettacolo: prima dell'"apertura del sipario"
due camerieri si aggirano fra il pubblico a raccogliere le ordinazioni di
quello che scopriremo essere il ristorsnte-locanda gestito da
Brighella; naturalmente si tratta di quattro personaggi, visto che
sono due burattini e due burattinaie, ma ciò che ha divertito è
stato ritrovare quasi la scena della trattoria di VICTOR di Pina
Bausch,rivisitata e rievocata....Forse ho già detto che i burattini
sono molto belli, come lo sono tutti i piccoli oggetti di scena, e
concludo ricordando i ritmi perfetti della scena degli incroci delle
ordinazioni di tavola, al culmine della quale tutto, con gran clangore
finisce sul pavimento: piatti, vivande, personaggi!  
 Emilio Campanella
Recensione pubblicata su http://www.orsiitaliani.com/campanella_gen13.html



Articolo pubblicato sulla Nuova di Venezia